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lunedì 4 novembre 2013

Se vi hanno educato

Se vi hanno educato a dare del Lei a tutti gli adulti come forma di rispetto...
Se vi hanno insegnato da piccoli a salutare quando entravate in un ambiente...
Se vi hanno insegnato che negli autobus dovevate alzarvi per lasciare il vostro posto alle donne incinte, agli anziani e ai disabili,
se vi hanno educato che i beni pubblici vanno rispettati più dei propri...
Se vi hanno insegnato che l'onestà è un valore e mai un difetto...
Se vi hanno insegnato che il rispetto mostrato è rispetto guadagnato...
Se siete cresciuti con il cibo fatto in casa, se ogni giorno giocavate per ore in strada, perché in casa non c’era neppure un giocattolo...
Se vi mettevano in castigo quando vi comportavate male, e uno scappellotto ogni tanto l'avete preso e vi ha fatto solo bene...
Se avevate una tv in bianco e nero e per cambiare canale dovevate alzarvi ogni volta...
Se non conoscevate l'inglese a sei anni e non avevate il telefonino a nove, ma sapevate bene cos'era l'educazione...
Significa che come me venite da un mondo di valori e regole ormai quasi dimenticato e siete fieri di averli mantenuti.

Se piangi, se ridi.

Se piangi, se ridi.
(Tra lacrime e sorrisi.)

Ci penso a volte. Al potere delle lacrime. Penso a quanto mistero e quanta forza si nascondono dentro una lacrima. O dentro un mare di lacrime. Quante emozioni e quali più svariati sentimenti precedano il momento del pianto. E quante volte, troppo spesso, ci teniamo stretto quel momento che lo precede, senza poi fare il passo successivo. « Piangi, piangi che fa bene ». Dovremmo sentircelo dire ogni tanto. Non succede quasi mai. Sembra che piangere non sia una cosa ben vista, da quasi nessuno, in nessuna parte del mondo. La società ci preferisce forti, tutti d’un pezzo. Come se piangere non fosse sinonimo di forza. È così difficile a volte tirar fuori quello che abbiamo dentro, che quando finalmente riusciamo ad esternarlo dovremmo solo andarne fieri. Vi è mai capitato invece di ridere dalla disperazione? Come a sottovalutare i motivi che c’inducono a piangere? Una vocina nella testa ci suggerisce che non vale la pena soffrirne e preferiamo riderci su, convinti che ridere sia la miglior cura. Ridere è sicuramente positivo, contagioso e sano. Ma nulla toglie che lasciarsi andare ad un pianto più o meno isterico potrebbe darci la stessa soddisfazione, paragonata solo, forse, alla possibilità di poter prendere a calci nel sedere chi ci procura qualsiasi tipo di disagio. Fosse così semplice! Ho conosciuto addirittura persone che avevano finito le lacrime, o almeno così andavano dicendo. Mi raccontarono di aver pianto così tanto in vita loro da rimanere senza lacrime. Si sforzavano alcune volte, si arrabbiavano pure, ma niente, non usciva niente. Penso che possa essere davvero una strana sensazione, praticamente insopportabile. Ho conosciuto altre persone invece, facili al pianto. Ed io mi ci metto in mezzo senza vergogna. Credo fermamente che le lacrime siano sacre, sono parte di noi. Sono l’unica cosa che riusciamo fisicamente a buttar fuori nei momenti di rabbia, l’unico sintomo evidente di un malessere che va combattuto. Arrivano, se ne vanno e non tornano. Forse è per questo che certe persone le tengono così al sicuro. Sarà per non lasciarle andar via che preferiscono farle scoppiare dentro. Ma io credo che se quelle lacrime sono destinate a venir fuori in qualche modo ci riusciranno, e preferirebbero sicuramente farlo mostrandosi al mondo piuttosto che morire in silenzio, esplodendo tra il cuore e lo stomaco. ‘Il paese delle lacrime è così misterioso!’ diceva Antoine de Saint Exupery. Dovrebbe farci riflettere questa frase. Se vi è capitato di vedere qualcuno piangere, vi sarete sentiti come me, incuriositi ed impotenti allo stesso tempo. Si vorrebbe sempre sapere perché qualcuno piange, e soprattutto sapere come aiutarlo, ancor di più se è un adulto. Un bambino te lo racconta il motivo per cui piange, e sa che più griderà e più riceverà attenzioni. Sfrutta le lacrime a suo vantaggio. Un adulto invece se le asciuga con il palmo della mano prima che tu possa notarle. Proprio perché l’attenzione non la vuole attirare. Ma veniamo al dunque… se può esserci un dunque visto l’argomento: Il dunque è che poi c’è Eve. Eve è una ragazza particolare: tutto di lei è particolare: la pettinatura, il colore degli occhi, il modo di parlare. Lei non ha paura di piangere e scoppia a ridere anche nei momenti più inopportuni, perché a suo dire non c’è mai un momento inopportuno per scoppiare a ridere. Se necessario. Peccato però che a volte le succeda ai funerali, o in fila dal medico, o nel bel mezzo di una lezione. Ha imparato a rispondere alle persone che la rimproverano con una frase impertinente: « Meglio ridere che piangere, ma se preferisce che io pianga….». A lei piace ridere e riesce a far ridere chi le sta attorno, con una semplice battuta ridicola delle sue, o con una buffa espressione, ma Eve è sorprendente anche quando piange. Ha la capacità di commuoversi con una certa facilità e le riesce altrettanto facile arrabbiarsi e sfogare tutto il suo nervosismo piangendo, liberamente e senza preoccuparsi delle opinioni altrui. Credo abbia un tasto per i sentimenti molto sensibile. Eve è come un cellulare di nuova generazione, basta sfiorarla per avere una sua reazione. Se ride mostra i suoi bei denti e si tiene la pancia con la mano, come se le si potesse staccare se non la tenesse stretta. E se piange, i suoi occhi diventano più chiari e più luminosi, la pelle cambia colorito e lei sembra brillare. Dice che le lacrime le rendono la pelle più idratata, e sentirle sulle labbra le piace, come se si riprendesse una parte di sé ed ingoiandole potesse conoscersi un po’ più a fondo. Dice che sono dolci e salate un po’ come lei. Il suo motto è « Prendi la vita con ironia ma piangi di gusto ». Esistono anche le lacrime di dolore che diventano lacrime di gioia. In pochi istanti ti abbandona la tensione e le lacrime cattive diventano lacrime buone. Quando ad esempio sei preoccupato per qualcuno, e all’improvviso squilla il telefono, bastano poche parole o un messaggio a riportare tutto in equilibrio. Oppure dare alla luce un figlio, il dolore e la paura che si trasformano in gioia inestimabile. Esistono le lacrime di rabbia, che impiegano un po’ più di tempo a diventare buone, ma quando accade ci si sente liberi e molto più forti. Ci si sente potenti e vogliosi di riscattare quelle lacrime buttate al vento, forse un po’ sprecate. E allora i sorrisi che ne seguono sono ancora più sinceri e più luminosi. Più significativi. Poi ci sono le lacrime degli innamorati. Quelle che riservi solo alla persona che ti ha rubato il cuore. Quelle che solo lei o lui può vedere. Che vogliono dire tutto e niente. A volte sono solo per dire ‘grazie di esistere’ altre volte solo per esprimere disappunto nel modo più sincero possibile. Fatto sta che sono lacrime che vanno baciate via. Non asciugate con la mano o con i lembi della maglietta, ma con il bacio di chi le ha procurate, nel bene o nel male. Una parte di te che diventa sua, e quel respiro sul viso ti fa sorridere ancora una volta. Non possiamo di certo tralasciare le lacrime di coccodrillo. Le lacrime del senso di colpa, che non si addicono al detto “Meglio tardi che mai”. Proprio perché sarebbe meglio non arrivassero. Sono fastidiose per chi le subisce ed insensate per chi le vive. Eve ha sperimentato quasi tutti i generi di lacrime, preferisce di gran lunga quelle di gioia, ma ancora meglio se anticipate da momenti di sconforto. Perché si sa, sono proprio questi momenti a farci apprezzare quelli belli. Non riusciremo nemmeno a riconoscerli se nella vita non si alternassero. Se dovessimo limitarci ad osservare il mondo per quello che è al giorno d’oggi, anche solo fuori dalla porta di casa nostra, forse troveremmo troppo pochi motivi per riderne. Le situazioni difficili alle quali siamo sottoposti ci spengono un po’. Prendono gran parte dei nostri pensieri, rendendoci più freddi e forse insensibili. Credo che la soluzione per affrontarle al meglio sia continuare a vedere il bene di quello che ci circonda, ritagliare degli spazi da dedicare alla positività e a quel che c’è di buono. Accumulare sensazioni felici come una scorta contro le carestie. Perché di questi tempi c’è carestia di sentimenti e di buonumore. E tirarle fuori al momento giusto, indossandole come il più bello degli abiti, potrebbe come minimo migliorarti la giornata. Scorte di sorrisi, in caso di necessità. È un po’ quello che fa Eve, sfoggia un sorriso al momento giusto per rallegrare se stessa e gli altri, una sorta di volontariato che toglie gran poco tempo a chi lo fa e lascia molto a chi lo riceve. Riesce a racimolare sorrisi insieme alle mance che le da la nonna. Perché con i soldi non si comprano attimi di felicità. Ne accumula quantità industriali, e li libera al momento opportuno quando sente che il mondo le sta per cadere addosso. Anche se prima si abbandona sotto quel peso, per poter poi apprezzare di più i propri sorrisi che escono dal “salva sentimenti”, una sorta di salvadanaio per l’umore, che tiene nascosto là dove nascono i sogni. Al sicuro. E se vogliamo approfondire un po’ di più la questione, si può aggiungere che su questo argomento si trovano in disaccordo anche i più famosi personaggi della letteratura. George Gordon Byron è convinto che chi ha da fare non ha tempo per le lacrime. La teoria di Hermann Hesse è diversa: Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima. Io credo che la cosa migliore sarebbe equilibrare lacrime e sorrisi. Lasciando spazio semplicemente a quello che siamo e a quello che proviamo. Con i sorrisi curiamo noi stessi e gli altri, con le lacrime sfoghiamo delusioni e dolore. Ci rafforziamo. E restando alla teoria di Eve, piangere ci aiuterà anche a mantenere una pelle sorprendentemente idratata. Quello che sto cercando di dirvi, è che la vita va affrontata senza paura di mostrarsi, e va vissuta con tutti i suoi sorrisi e le sue lacrime. Nulla è sprecato. In un modo o nell’altro qualsiasi cosa ci accada ci insegna qualcosa che prima non sapevamo, il come tenerlo a mente spetta solo a noi. C’è chi racconta, chi ride, chi piange, chi scrive…

Le persone più belle

Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Le persone belle non capitano semplicemente; si sono formate.

(E. K. Ross)

Pensiamo troppo

Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità.

Più che di intelligenza
abbiamo bisogno di dolcezza e bontà.

Charlie Chaplin

L’umorismo è lo zucchero della vita!

L’umorismo è lo zucchero della vita!

- Trilussa -

"Non basta capirsi con le parole.

"Non basta capirsi con le parole. Bisogna capirsi con gli sguardi, con i sorrisi, con la mente...e soprattutto con il cuore."

(M. Soldano)

"Non stancarti mai ..


"Non stancarti mai di aspettare perché il giorno più bello della tua vita può arrivare domani."
[Un cuore pulito di R. Battaglia]


Mi piace credere ..

Mi piace credere che non tutto abbia fine.. che alcune cose, alcune persone...sopravvivano ad ogni tempo ed ogni tempesta."



-- Silvana Stremiz

La piu' alta forma di intelligenza

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L'amore ha l'aspetto di un cane

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