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venerdì 13 settembre 2013

Buonanotte a chi ha sogni delicati e poco coraggiosi,riposti in fondo ad un cassetto.


Buonanotte a chi ha sogni delicati e poco coraggiosi,riposti in fondo ad un cassetto. Che riapre una notte senza luna, per spolverarli, desiderarli e sentirsi ancora vivo. Almeno un po’. Buonanotte a chi ha pensieri rivolti a ricordi e non a persone. Buonanotte a chi sentirà il freddo di un abbraccio che manca da troppo tempo. Buonanotte a chi, tra le lacrime, continua a dire che ne vale la pena. Buonanotte a chi non si fa più domande. Buonanotte a chi ogni giorno fa conti che non tornano mai. Buonanotte a chi darà un ultimo bacio a qualcuno di importante. Buonanotte a chi ha voglia di avere qualcuno a cui raccontare un tramonto. Buonanotte a chi ha i mostri sotto al letto e nel cuore. Buonanotte a chi ha parole troppo ingombranti e non sa più dove trascriverle perchè smettano di fare male. Buonanotte a chi combatte e lo fa in silenzio, e urla solo quando si disinfetta la ferita. Buonanotte a chi non si riconosce allo specchio per piacere a qualcuno che non c’è più. Buonanotte a chi non ha mai avuto una possibilità per vedersi migliore negli occhi di qualcuno. Buonanotte a chi ha pagato con pezzi di cuore una kilata di bugie. Buonanotte a chi non percepisce più la bellezza. Buonanotte a chi non ha nessuno che gli darà la buonanotte. Buonanotte alla mia stella che ora tace ma dà un senso a questo cielo.

LA VECCHIETTA CHE ASPETTAVA DIO

C'era una volta un'anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. 
Un giorno sentì la voce di Dio che le diceva: "Oggi verrò a farti visita". Figuratevi la gioia e l'orgoglio della vecchietta. 
Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio. 
Dopo un po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: "Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!". E sbattè la porta in faccia alla mortificata vicina.

Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: "Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!". E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo.

Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese. "Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa", implorò il povero.
"Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!" disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio.

La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare.
Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: "Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto".
(B. Ferrero)