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venerdì 6 settembre 2013

una mamma scrive una Lettera a Papa Francesco


Lettera di una mamma a Papa Francesco
 Carissimo Papa, in questa giornata cosi speciale per i cattolici voglio dedicarti un pensiero, ma forse più che un pensiero è una richiesta…. Non vado in chiesa da una vita, anzi in realtà ci sono stata per un funerale recentemente. Se penso a tutto l’anno scorso non sono entrata una volta in chiesa per assistere alla messa, sempre e solo per funzioni particolari: battesimi, comunioni, cresime…. Sai caro Papa perchè io non vado in chiesa? Perchè questa chiesa mi va stretta. Perchè io sposata in comune non vengo vista di buon occhio. Perchè io, madre di figli concepiti in provetta vengo additata. Perchè io, se fossi divorziata, non potrei fare la comunione o battezzare un bambino. Questa chiesa mi va stretta perchè gli anni passano, i tempi cambiano, si evolvono, le famiglie di oggi non sono le stesse di 50 anni fa ma voi? Voi siete sempre gli stessi, ancorati a stupide chiusure mentali che vi impediscono di accogliere un cristiano che porta l’amore di Gesù nel cuore se non ha tutti i requisiti del cattolico “perfetto” come se divorziare da un marito violento o traditore sia un peccato imperdonabile. E ora che sono madre mi chiedo manderò le mie bambine a catechismo? Sai caro Papa credo proprio di no. Ma non perchè io non voglia che gli vengano insegnati i principi e i valori della religione cattolica. No. Affatto. Perchè non mi sento affatto tranquilla. Perchè ne ho lette e sentite troppe su preti pedofili mandati in altre parrocchie invece che denunciati e rimandati alla giustizia. Perchè gli orchi stanno dappertutto, mica solo in chiesa ma io non posso accettare che un luogo che dovrebbe accogliere i bambini pensa alla facciata e alla credibilità della parrocchia invitando i fedeli a non denunciare. Caro Papa Francesco, io da pessima cattolica che non frequenta la chiesa ho due richieste da farti. La prima è di riformare la tua chiesa a misura di famiglia del 2013 e non di 50 anni fa. Che non si possa più sentire “Che cosa potresti insegnare di buono a questa bambina se sei divorziata” impedendo cosi ad una zia di battezzare la sua nipotina. Che non si veda negata la comunione a nessuno ma sopratutto che nessun atto di pedofilia all’interno della chiesa venga più insabbiato. Caro Papa sei un grande uomo e lo vedono tutti. Accogli le mie richieste che sono un pò quelle di tutti i fedeli.

“Nonna, ti manca tanto nonno?”



“Nonna, ti manca tanto nonno?” “Che domanda sciocca tesoro, certo che mi manca.” “Cosa ti manca di piú di lui?” “I baci, la sua risata, le litigate…” “Le litigate?” “Si, sopratutto le litigate.” “E perchè?” “Perchè vedi tesoro, quando ti manca una persona, ti mancano i suoi pregi e i suoi difetti. Tuo nonno mi manca, nel vero senso della parola. Mancare. Non si poteva utilizzare un termine più adatto.” “Spiegati meglio.” “Hai presente la sensazione che provi quando perdi un autobus? Quando arrivi troppo tardi ad un appuntamento? Quando devi buttare il tuo vestito preferito? Quando litighi con una persona speciale?” “Si.” “Ecco, unisci questi sentimenti.” “Tu provi questo?” “Ogni giorno.” “E come fai a sopravvivere, con questo vuoto dentro?” “E’ facile, basta pensare che lui sia qui con me.” “In che senso?” “Ad esempio, quando la casa e’ troppo silenziosa, mi immagino la risata di tuo nonno che rimbomba per le stanze. Mi siedo sul divano, osservo la poltrona dove si siedeva, e cerco di immaginarlo mentre guarda la televisione, o mentre ascolta la sua canzone preferita: ‘Volare’. Dovevi vederlo. Appena metteva su il disco, si alzava di scatto e si inginocchiava di fronte a me. ‘Vieni a volare con me?’ e i suoi occhi si illuminavano di gioia. Mi posava delicatamente la mano sui fianchi, avvicinava la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrava: ‘sei la mia canzone preferita.’ Lo amavo, sempre. Anche quando mi urlava che voleva andare via da questa casa, anche quando mi faceva piangere. Il suo profumo di fumo mischiato al gelsomino; il suo carattere dolce e scorbutico; i suoi occhi marroncino che ti ricordavano l’autunno; non c’e’ una cosa che non mi manchi.” “Anche a me manca molto.” “Fai come me “ “Non ne sono capace.” “Ma tesoro, è così semplice! Basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare; chiudi gli occhi.” “Fatto.” “Ora pensa a qualche suo ricordo bello.” “Sì.” “Apri gli occhi.” … “Lo vedi?” “Lo vedo, ti sta tenendo la mano.”